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Invece probabilmente la farà franca, e crede di prendere in giro tutti con assurde motivazioni…

La tesi del ministro è fantastica. In sostanza dice: Io credevo che la casa costasse 610 mila euro. Mai saputo che costasse di più. Se qualcuno ha versato alle venditrici altri 900 mila euro, lo ha fatto senza dirmelo.

In altre parole, lui nel 2004 avrebbe acquistato un appartamento di quasi 200 metri quadri davanti al Colosseo convinto che costasse 610 mila euro: né le proprietarie dell’immobile, né il notaio, né altri gli avrebbero detto il vero prezzo della casa, un milione e mezzo di euro.

Intendiamoci, questa tesi difensiva era l’unica possibile, dopo quello che è emerso nei giorni scorsi, incluse le tracce degli assegni stessi e le testimonianze delle due venditrici. Facendola sua, Scajola tenta di rovesciare il tavolo: ora qualcuno deve dimostrare che io sapevo, è la vostra parola contro la mia.

Tuttavia la spiegazione del ministro è talmente illogica e inverosimile da far sorridere: lui così ignaro del mercato immobiliare a Roma (un ministro economico!) da pensare di poter davvero comprare 200 metri quadri al Colosseo per il prezzo di un trilocale al Fleming; la parte venditrice e il notaio che gli tengono accuratamente nascosta la verità; l’imprenditore Anemone che ci mette 900 mila euro in più senza nemmeno farlo sapere al suo beneficiato (e allora perché glieli avrebbe regalati, se non per acquistare la sua gratitudine o per pagare vecchi debiti?).

In America – ma probabilmente anche in India – una tesi difensiva così ridicola porterebbe alle dimissioni un secondo dopo, a furor di popolo: perché non solo ha preso una valanga di soldi da un imprenditore, ma ha preso pure tutti noi per fessi completi.

Invece Scajola ci ha provato, e probabilmente la farà anche franca. Perché il suo capo gli ha insegnato che da noi non c’è un’opinione pubblica, quindi non ci sarà nessuna reazione o quasi. Lui continuerà a sostenere imperterrito la sua assurda tesi, come se fosse verosimile, e a fare il ministro.

Se ci ha preso per fessi, è perché forse lo siamo.

Vergogna!
Dimissioni subito!
via Piovono rane

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Qualche sera fa ho visto questo film “hable con ella” in italiano parla con lei, una bella storia per la regia di Pedro Almodòvar.
Il film è davvero molto bello, ma non certo di quelli che lasciano il segno, fatta eccezione per una scena, dove Caetano Veloso canta una canzone, cucurucucu paloma, della quale si conosce ovviamente la versione nostrana di Battiato.
Beh che dire è una scena grandiosa, un brano che tocca il cuore, un momento di grandissima poesia.

Eccone il testo:

Dicen que por las noches
Nomas se le iba en puro llorar,
Dicen que no comia,
Nomas se le iba en puro tomar,
Juran que el mismo cielo
Se estremecia al oir su llanto;
Como sufrio por ella,
Que hasta en su muerte la fue llamando
Ay, ay, ay, ay, ay,… cantaba,
Ay, ay, ay, ay, ay,… gemia,
Ay, ay, ay, ay, ay,… cantaba,
De pasión mortal… moria
Que una paloma triste
Muy de manana le va a cantar,
A la casita sola,
Con sus puertitas de par en par,
Juran que esa paloma
No es otra cosa mas que su alma,
Que todavia la espera
A que regrese la desdichada
Cucurrucucu… paloma,
Cucurrucucu… no llores,
Las piedras jamas, paloma
¡Que van a saber de amores!
Cucurrucucu… cucurrucucu…
Cucurrucucu… paloma, ya no llores

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Non ci credete, ecco un paio di foto che mostrano piazza S. Giovanni alle 17,40 di oggi.
In altre parole era 4 gatti, ma scommettiamo che aumenteranno miracolosamente fino ad arrivare a milioni di persone?

Piovono rane

E tutto questo, nonostante sui giornali di oggi, si parli anche di biglietti della metro già pagati per il popolo blu, che con strabordante amore, avrà testimoniato il suo odio per tutto quanto è altro da loro, “antropologicamente diverso”.
Qualcuno a ragione disse: “E’ la feccia che risale il pozzo…”
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Mi rattrista sapere che ha vinto il festival di S. Remo quel fighetto, dal sorriso ebete che cammina come se avesse una carota infilata nel didietro, ovvero Valerio Scanu, con un brano il cui testo è una vera e propria offesa alla lingua italiana.
Mi rattrista il fatto che quello che era in festival della canzone italiana, sia oramai ridotto ad una competizione fra le reti (rai e merdaset) con i loro “prodotti” sfornati dai cosidetti “talent show” come x-factor o amici del trans Maria de filippi.
Mi rattrista vedere invadere la Rai dai tirapiedi del nano, come il piduista Maurizio Costanzo, e pensare che pago pure il canone!

Ma tornando a Scanu, non so se avete ascoltato il testo della canzone, ma ce l’avete presente come può essere possibile “far l’amore in tutti i laghi?”
Come dicevo, un’offesa alla lingua italiana, un testo buttato giù in 5 minuti, lo si capisce anche da come, per fare entrare la strofa nella metrica del brano, sia costretto ad affrettare le parole, quasi senza fiato.

Che poi pure la seconda classificata “Italia amore mio” non è che sia il massimo eh, anzi la definirei un’accozzaglia mal riuscita di luoghi comuni, per far leva sullo spirito patriottico, passando magari per il calcio e i mondiali, per sfumare poi in una famosissima aria, ossia “somewhere over the rainbow“, ma una volta non si chiamava plagio questa cosa?
Possibile che sia passata inosservata? mah

Tristezza infine, perchè sono state eliminate canzoni di artiste di ben altro spessore, come ad esempio Nina Zilli, oppure Malika Ayane, che a confronto, del vincitore, sembra davvero un altro pianeta, ed infatti è stato tutto truccato con il televoto, insomma una vera e propria schifezza.

Valerio Scanu, ma vaffanculo va! (rigorosamente in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi eh…)
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Alcune storiche citazioni sulla Juventus

Nei momenti difficili di una partita, c’è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, a quella capa­cità di non arrendersi mai. E questo è il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te l’aspetti
Gianni Agnelli

La Juve è qualcosa di più di una squadra, non so di­re cosa, ma sono orgoglioso di farne parte
Gaetano Scirea

E’ un piacere immenso ricordare che tutto “il me­glio” del calcio è passato dalla Juve
Umberto Agnelli

Qui bisogna lottare sempre e quando sembra che tut­to sia perduto, crederci ancora, la Juve non si arren­de mai
Omar Enrique Sivori

Chi indossa la nostra divisa, le rimarrà fedele malgra­do tutto e la terrà come prezioso ricordo
Eugenio Canfari

Se sono un uomo felice è perché ho dato tutto per la Juventus
Giampiero Boniperti

Per me l’Italia è soprattutto la Juve. Addosso ho an­cora i segni che mi ha lasciato Ciro Ferrara. Per un attaccante affrontare un’italiana resta il top, la vera prova del nove. Ferrara, Montero, Boksic, Del Piero: dopo averli affrontati sapevi di aver giocato al massi­mo
Ryan Giggs

Essere un giocatore della Juventus vuole dire appar­tenere a uno dei pochi veri miti dello sport
Michel Platini

La Juve è la Juve, deve stare sempre in alto
Fabio Capello

La Juventus non è soltanto una squadra di calcio, ma un modo di intendere la vita.
Italo Pietra

La vera gara tra noi e le milanesi sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda
Gianni Agnelli

La Juventus è come un dra­go a sette teste, gliene tagli una ma ne spunta sempre un’altra. Non molla mai, e la sua forza è nell’ambiente
Giovanni Trapattoni

La Juve è una fede che con­tinua a essermi appiccica­ta addosso. Sono da compati­re quelli che tifano per altri colori, perché hanno scelto di soffrire. Sembrava una bat­tuta, invece lo pensavo e lo penso tutt’ora.
Giampiero Boniperti

Boniperti dice la sua Juve ha vinto tanto? Sì, è vero ma perché non va a Madrid a vedere i trofei del Real? La ve­rità è che la Juve non deve mai guardarsi indietro, ma pensare sempre al successo che verrà
Gianni Agnelli

Non rinuncerei a uno scu­detto della Juve per il mondiale della Ferrari
Gianni Agnelli

Con la Juventus ho imparato a vincere. Non so come è successo, è qualcosa che si re­spira nell’aria dello spoglia­toio, sono concetti che vengo­no tramandati da giocatore in giocatore, è il sentimento che ti trasmettono milioni di tifosi e non c’è club nel mon­do che ti faccia lo stesso effetto
Egdar Davids

La Juventus è stata un esempio per il mio Man­chester United. Facevo vedere ai miei giocatori le videocas­sette della squadra di Lippi e dicevo: non guardate la tatti­ca o la tecnica, quella ce l’ab­biamo anche noi, voi dovete imparare ad avere quella vo­glia di vincere
Sir Alex Ferguson

Tuttosport



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Un libro, una raccolta di poesie di Patti Smith, e che entra di diritto nella mia wishlist di Anobii.

Auguries of innocence,Presagi di innocenza,è la straordinaria testimonianza dell’ultima scrittura poetica di Patti Smith.Dai tempi della bellissima raccolta Babel (1978) questa poesia si è in parte allontanata dal tono graffiante e diretto,spezzato e sconnesso,’punk’ nella forma e nella sostanza.Almeno all’apparenza si tratta qui di una poesia più ‘composta’,all’interno della quale le immagini ricorrono a una simbologia martellante più che a un groviglio di sensazioni e frammenti narrativi.Presagi di innocenza è per la Smith anche un irrinunciabile collegamento ad una certa tradizione americana: il suo tribute si compie passando per Blake e Lovecraft (espressamente dichiarati) o per le suggestioni provenienti da Jim Carroll e dalla Plath.

Artista di grande esperienza e sensibilità visionaria, abituata a sperimentareogni possibile commistione di suono e parola per raggiungere la massimaespressività in ogni genere, Patti Smith è “indefinibile per definizione” e hacontinuato negli anni a mescolare l’arte della parola con quella del canto, inmodo quasi magico, incantando nei decenni intere generazioni. Questa raccoltadecreta il suo ritorno alla poesia.
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